IN CANTINA

Una volta ottenute uve straordinarie – avendo garantito la naturalità della crescita delle viti – in cantina non resta che prendersi cura del percorso che già è scritto nella natura…

…Le uve, raccolte in maniera molto delicata e deposte in cassette, sono pigio-diraspate: vengono pigiati gli acini e tolti i raspi e, a seconda del vino, si sceglie il tempo di macerazione con le bucce.

Macerazione che oggi, nel vino convenzionale, si ha solo nel vino rosso ma, storicamente, anche il vino bianco veniva ottenuto nello stesso modo. Intorno agli anni ’60-’70, il mercato comincia a richiedere dei vini bianchi più chiari, meno colorati, più freschi, senza considerare che la logica conseguenza era impoverirli del loro potenziale, della completezza del frutto, perché in quei vini non si trasfonde più il 100% di quello che si raccoglie ma solo una parte: l’altra parte rimane nelle bucce.
In definitiva, è stato “il mercato” che ha cambiato il modo di produrre il vino bianco.

In seguito, a metà degli anni ‘90, con il vino naturale si è riaffermato il principio di bianco pieno, ricco, carico, paragonabile ad un rosso, attraverso il ritorno all’utilizzo completo di tutte le sostanze che si trovano nella buccia.
Se l’uva è gialla, in altre parole, il vino trasparente non rispecchierà tutte le sue potenzialità.